I Fossili Viventi

20 Marzo 2015

Si intedono con il termine generico di “fossili” i resti e le impronte, sia di animali , sia di vegetali, che si ritrovano conservati in modi diversi sia negli strati di terreno o delle rocce, sia anche affioranti in superficie.
Il carbone che si estrae dalle miniere è effettivamente un fossile: esso infatti non è altro che ciò che rimane di foreste di alberi vissuti in epoche remote, tipicamente nel Carbonifero (da 270 a 220 milioni di anni or sono).
Diciamo invece, con un po’ di poesia, che sono”fossili viventi” quegli organismi animali o vegetali, appartenenti a specie originatasi, per quanto ci è concesso sapere, tramite i loro reperti fossili, in ere lontane milioni di anni e che sono presenti ancora vivi attualmente. Si tratta quindi di specie che si sono mantenute inalterate , riproducendosi nel tempo e nello spazio.
Tra le piante che vantano tale privilegio possiamo enumerarne almeno tre, tutte appartenenti al Regno delle Gimnosperme (piante dalla fioritura “nascosta”, dove i frutti non sono protetti dall’ovario, come succede nelle conifere, cioè piante portatrici di coni, ed anch’esse Gimnosperme).

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La prima è il ginko (Ginkgo biloba) pianta appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae. Pur essendo una gimnosperma essa rappresenta un raro, se non unico caso, di pianta latifoglia (cioè dotata di foglie a lamina larga) a differenza delle specie appartenenti alle Gimnosperme, quasi tutte aghifoglie. Trattasi dell’unica specie vivente sopravvissuta tra 17 generi vissuti nel Mesozoico (soprattutto durante il Giurassico) e fino al Cenozoico, cioè da 190 a 70 milioni di anni fa.
Il suo nome originario era Ginkyo e successivamente è divenuto Gingko, probabilmente per un errore di trascrizione dagli ideogrammi cinesi dove etimologicamente significa albicocca d’argento . E’ un albero molto bello alto fino a 25-30 metri e con un diamtro del tronco fino a 1,5 – 2 metri; in natura sopravvive con alcuni esemplari in una regione della Cina (Zekiang). Viene coltivato tradizionalmente da alcuni secoli presso monasteri e luoghi sacri al buddismo, in Giappone, Corea e Cina; ma attualmente lo si incontra anche da noi in parchi, giardini e viali.
Il gingko è caratteristico per le sue graziose foglie, non molto ampie e a forma di ventaglio (flabelliformi), lungamente picciolate e bilobate per la presenza di una o più o meno profonda fessura o insenatura mediana e con il margine superiore ondulato. In autunno il fogliame assume una spettacolare colorazione dorata che rende questa pianta particolarmente interessante.
Il gingko è una pianta dioica, cioè a sessi separati (esistono cioè individui completamente maschili oppure femminili); i suoi fiori non sono molto appariscenti: quelli maschili hanno degli amenti molto corti, mentre i femminili sono ad ovario doppio, ma soltanto uno di questi dopo essere stato fecondato originerà un frutto (falso frutto, perché non è propriamente un frutto) ed è simile ad una drupa (frutto carnoso con un seme all’interno) globoso-ovale, giallastro, grosso quanto una piccola susina, con polpa giallo chiara maleodorante( a causa della presenza di acido butirrico), racchiudente un unico seme.

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Un secondo fossile vivente è la cicas (Cycas revoluta), pianta appartenente alla famiglia delle Cycadacee, dall’aspetto simile ad una palma per le sue foglie coriacee pennate, molto rigide.
Attualmente si riscontrano esemplari allo stato naturale nella Cina Sudorientale e nel sud del Giappone. I fossili reperiti attestano che essa (o specie affini) erano già presenti nell’era Mesozoica, in special modo nel Giurassico e nel Cretaceo, circa 140 milioni di anni or sono; in Europa era presente all’inizio del Terziario.

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L’ultimo fossile vivente è più che altro una curiosità esotica dato che cresce nelle steppe dell’Angola; esso si chiama Welwitschia mirabilis. Originaria della fine del Mesozoico, sopravvive oramai in esemplari non molto numerosi. Tale pianta è molto particolare, infatti è costituita da un paio di foglie opposte, nastriformi, larghe e cuoiose che si dipartono da un fusto grosso rasoterra.